'Blade Runner'

Blog

CasaCasa / Blog / 'Blade Runner'

Sep 01, 2023

'Blade Runner'

Pochi film incapsulano profonde indagini filosofiche nelle loro pieghe narrative proprio come "Blade Runner" di Ridley Scott. Tratto dal romanzo di Philip K. Dick “Do Androids Dream of Electric

Pochi film incapsulano profonde indagini filosofiche nelle loro pieghe narrative proprio come "Blade Runner" di Ridley Scott.

Derivato dal romanzo di Philip K. Dick “Do Androids Dream of Electric Sheep?”, questa distopia fantascientifica neo-noir trascende la semplice narrazione, approfondendo le complessità dell'identità umana. La sua abilità visiva e abilità cinematografica, amplificate dall'inquietante paesaggio sonoro sintetizzato di Vangelis, evoca un'elegia per un mondo oscurato dall'impero, dal capitale e dall'apocalisse incombente.

Il film si svolge in un futuro tetro, l'anno 2019, dove Los Angeles è velata da una pioggia perpetua e oscurata da strutture imponenti. La ricerca dell’umanità per la padronanza tecnologica ha portato alla creazione di “replicanti” umanoidi.

Questi esseri artificiali, progettati per servire e imitare gli umani, si sono ribellati, sfuggendo alla sottomissione per esplorare la propria identità.

Al centro di questo noir futuristico c'è Deckard (Harrison Ford), un "Blade Runner", incaricato di dare la caccia ai replicanti ribelli. Con riluttanza intraprende questa pericolosa missione e la trama principale del film segue la sua ricerca per "ritirare" (eufemismo per distruggere) un gruppo di replicanti rinnegati guidati da Roy Batty (Rutger Hauer).

Batty, con la sua intelligenza poetica e il suo desiderio di vita, emerge come l'incarnazione dei profondi temi filosofici del film.

Ridley Scott e Harrison Ford sul set di BLADE RUNNER (1982). pic.twitter.com/aAMGChlI7k

- Tutti i film giusti (@ATRightMovies) 22 agosto 2023

“Blade Runner” è più di una storia di fuggitivi futuristici e inseguimenti incessanti. Funziona come una critica feroce del neoliberismo, un’ideologia socio-economica e politica che pone al centro il conflitto economico.

Il film immagina un futuro in cui le multinazionali esercitano un potere enorme, mercificando la vita stessa. I replicanti, prodotti della creazione aziendale, fungono da rappresentazioni allegoriche di individui emarginati intrappolati nella macchina del capitalismo.

Mentre Batty e i suoi compagni replicanti si ribellano contro i loro ruoli preordinati, il film critica gli effetti disumanizzanti del potere incontrollato delle multinazionali. Il mondo in cui vivono è segnato dall’erosione culturale, dal decadimento ambientale e da una facciata consumistica.

L'arazzo cinematografico di Scott funge da monito contro le ambizioni incontrollate del capitalismo neoliberista, un ammonimento che si ripercuote nella nostra società moderna.

Il concetto di apocalisse, sia nella sua dimensione religiosa che sociale, si intreccia attraverso “Blade Runner”. L'ambientazione del film, post-Guerra Terminus, dipinge un desolante ritratto di un mondo in decomposizione, pieno di piogge acide e dislocazioni.

I replicanti, progettati per il lavoro, il piacere e la guerra, desiderano esperienze autentiche e ricordi duraturi. Il toccante monologo di Batty nel climax del film, in cui riflette sulla sua straordinaria esistenza, cristallizza questo tema.

Il suo desiderio di esperienze autentiche rispecchia la ricerca dell'umanità di connessioni significative in un'era di distrazioni tecnologiche.

“Blade Runner” culmina in un momento di redenzione e rinnovamento. L'atto finale di Roy Batty, risparmiando la vita di Deckard, significa un cambiamento trasformativo di prospettiva.

Batty, ritratto con accattivante intensità da Hauer, trascende il suo ruolo predeterminato, mostrando empatia e compassione. Questa trasformazione sfida la distinzione binaria tra umano e replicante, suggerendo una potenziale convergenza di autenticità e artificialità.

Il viaggio di Deckard rispecchia questa trasformazione. Le sue interazioni con Rachael (Sean Young), una replicante che crede di essere umana, evocano una riflessione sull'identità e sulla memoria.

Mentre Deckard è alle prese con la sua stessa umanità, subisce una metamorfosi. Questa narrazione di redenzione riecheggia indagini filosofiche più ampie, invitando il pubblico a contemplare l’essenza del sé in un mondo consumato dalla mercificazione.

FATTO IN VELOCE: “Blade Runner” di Scott ha avuto un flop nei cinema, guadagnando solo 32 milioni di dollari durante la sua corsa nazionale. Lo status di culto del film alla fine ha ispirato un sequel, ma “Blade Runner 2049” ha deluso allo stesso modo il botteghino, totalizzando 92 milioni di dollari.